Scrivere testi per gli altri – e scrivere testi per il web – non è fare scrittura creativa né tantomeno scrivere un manuale d’uso. Operazione questa molto complessa e che rimandiamo a chi ha anche esperienza in legge. Piuttosto è come uscire da un labirinto costruito dai clienti, i Seo, i grafici e da Google, ovviamente. Un labirinto con un’unica entrata ed un’unica uscita. Puoi solo andare avanti cercando di sbucare il prima possibile senza rimanere intrappolato dalle tue stesse parole.
Ecco, questo è il mio stato d’animo, di copy di provincia, quando mi trovo davanti un labirinto e una casa fronte spiaggia e vorrei tanto la seconda, ma niente da fare. Perché i muri del labirinto sono alti, giganteschi, ti tolgono l’aria e la luce. In giro ci sono testi simili. Quasi uguali. Ma come, non impariamo da piccoli che siamo tutti diversi? C’è qualcosa di unico che un altro non ha. Come portare a galla questa unicità? Con una storia. Ecco, lo dico ancora una volta, pardon, il testo che avrei voluto consegnare, ma che non troverete scritto da nessuna parte.
Buona lettura,
Anna
Chi siamo
S. è un tipo come tanti, ma anche no. Ha occhi scuri e pelle abbronzata. È magrolino con bei muscoletti sulle braccia. Ma non fa palestra. È un battilamiera, di quelli che hanno iniziato da piccoli. Si va in officina: Mio figlio vuole imparare il mestiere! Che anni ha signora? Ci vediamo lunedì. Bene.
Ha iniziato così S.: con una stretta di mano fra sua madre e il vecchio capo. È stato il suo primo contratto, le sue prime garanzie. E ora cosa faccio, si domandava. Batti, batti forte! Dove? Sulla carrozzeria. Quando la vedi di nuovo liscia il lavoro è finito. E poi? E poi si vernicia e questo è bello.
Così gli anni sono passati fra un colore brillante e uno opaco. Fra un’auto che entrava e un’altra che usciva. S. ha imparato il mestiere del carrozziere. È un uomo dai capelli bianchi e sa che non si martella più come una volta. Che il progresso è quella cosa che ti fa lavorare più veloce e meglio. S. sa che anche le auto sono cambiate. Computer! Così le chiama, dei meravigliosi computer con cui fare acrobazie, ma non troppe altrimenti si rompono.
E se si rompono? Non c’è un ospedale per auto. Ci sono le officine, le autocarrozzerie. I battilamiera. Ci sono persone come S. che batti-batti riparano il danno. E lo fanno ad occhi chiusi.
Oggi,
S. ha la sua autocarrozzeria sulla strada XX di XXX. Dieci dipendenti e tanta esperienza. L’officina è grande 200mq e ci entrano almeno 10 macchine. Ci sono macchinari professionali come il banco squadro, la lucidatrice XXXXX, il Ratio Scann II per trovare il colore della vernice giusta. C’è l’area accoglienza, area caffè, area parcheggio, area lavaggio. Ci sono prodotti ecologici a marchio XXXXX. C’è una generazione di carrozzieri che sanno l’informatica, l’ingegneria e l’elettronica. Perché anche il mestiere del battilamiera è cambiato: In meglio, dice S. che elargisce preziosi consigli per macchine sinistrate.
—
PS. Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale 😉
Devi accedere per postare un commento.