Sul sito dell’Economist c’è l’interessante blog di Samuel Johnson dove si parla degli effetti o abusi del linguaggio usato dai politici sulla società e sulla cultura in generale. L’ultimo suo post riguarda Saif Qaddafi. Il giornalista analizza come il dittatore libico nel suo breve discorso ai suoi concittadini abbia parlato in dialetto piuttosto che in arabo moderno. Una mossa usata anche da un altro dittatore Abedine Ben Ali, ma che non gli è valsa la poltrona. È interessante notare come il dialetto sia più efficace della lingua ufficiale quando vogliamo avvicinarci a qualcuno.
Immagino una situazione simile in Italia. Non perché siamo una dittatura, ci mancherebbe. Ma perché abbiamo tanti dialetti regionali. Personalmente non ho capito molto della canzone di Davide Van De Sfroos all’ultimo festival di Sanremo. Il brano, da quanto ho scovato sul web, racconta la vita del corsaro portoghese Yanez De Gomera amico di Sandokan nei Pirati della Malesia. Salgari era di Verona e Davide di Monza. Insomma del Nord Italia. Ma il cantante afferma di non essere leghista, e questo mi fa piacere. La canzone sembra davvero orecchiabile e simpatica. Non credo che sia facile scrivere in dialetto, ma per la scrittura in vernacolo ci penseremo la prossima volta.
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