Il giardino di Maria era sul tetto della sua casa. Se pensate fosse un tetto spiovente, vi sbagliate. Era il classico tetto di un palazzo qualunque di quelli senza mansarda e pertanto perfetti per il giardinaggio. Ogni giorno Maria usciva di casa, chiudeva la porta, saliva i 10 gradini che la separavano dal tetto e apriva.
Eccolo il mondo, il suo mondo. Un giardino con rose, fiori, vasi con alberi da frutto e poi c’era la verdura di stagione. In estate raccoglieva zucchine e melanzane. In inverno cavoli e cavolfiori. Era orgogliosa. Se ne stava col suo cestino di paglia pieno di.. pieno di… tre zucchine, quattro melanzane, dieci pomodorini e quest’anno c’erano anche le fragole. Sul tetto, o meglio nel suo giardino, passava le sue giornate. Identiche, l’una all’altra. E anche quel giorno era salita col suo cesto in mano. Aveva fatto i suoi dieci gradini. Si era chiusa la porta dietro le spalle e aveva aperto quella del giardino segreto. Sì perché nessuno nel condominio sapeva la cosa.
Fino a quando Girolamo il gatto del signore al terzo piano non aveva deciso di portarci lì la sua bella famigliola e il giardino segreto di Maria divenne il giardino segreto di Girolamo e famiglia. E poi vennero le rondini. E fecero il nido. E il giardino di Maria si trasformò nel giardino di Girolamo e delle rondini. E arrivarono le farfalle, le api e la natura nella sua selvaggia bellezza fece irruzione in quel pezzo di vita nascosta.
Il suo mondo cambiò colore. Da una vita in bianco e nero passò ad una vita verde lattuga, giallo sole, rosso ciliegia, viola melanzana, rosa fiorellino, bianco biancospino, marrone terra bagnata, rosso pomodorini, blu cielo azzurro e vita – tanta vita – che esplodeva lì sul tetto di un palazzo qualunque, di quelli senza mansarda, e pertanto perfetti per il giardinaggio.
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