Il problema si presentò il giorno dopo la festa, quando ormai il forno sembrava partito per le vacanze e i polli aspettavano silenziosi la propria fine.
“Bisogna chiamare don Riparo” disse categorica la signora Moglie al signore Marito.
Il marito acconsentì un po’ per pietà verso quei polli e un po’ per pietà verso sé stesso: una moglie nervosa pascolante per casa non era la scena più piacevole da vedere in vacanza. Per cui non fece resistenza.
Don Riparo fu chiamato con urgenza, e con altrettanta urgenza arrivò.
“Ma come venite oggi? Io l’ho chiamata la settimana scorsa!” rispose la signora Moglie a don Riparo trepidante al telefono.
La moglie, vista l’imminente visita, si sentiva in dovere di pulire l’intera abitazione.
Venne comprata così una flotta di detersivi disincrostanti, purificanti ed energizzanti; bisognava ristabilirne l’equilibrio, dato che dopo tutta quella pulizia anche i sali minerali dei mobili erano calati.
Con la casa splendente e pulita venne accolto don Riparo.
“Maestro benvenuto” disse il signore Marito.
Don Riparo era un uomo sulla sessantina, mingherlino, con un sigaro cubano sempre in bocca. Alla vista di quel sigaro la signora Moglie storse il naso. – Mai nessuno fino ad ora aveva varcato quella soglia di casa tracimando fumo dalla bocca e dal naso come una ciminiera dei primi del ‘900. –
I bambini invece erano incuriositi. Si chiedevano come facesse don Riparo a parlare, aggiustare il forno, sorseggiare il caffè della signora Moglie e fumare il sigaro.
“Su via bambini andate via!” disse la signora Moglie visibilmente nervosa.
Il signore Marito cercò di intavolare una qualche discussione con don Riparo, ma l’uomo parlava a sbalzi e così ne uscivano frasi contorte e spezzate dal significato molto ambiguo.
“Il Governo …nzo, ci sta a fot.. dalla ..ina alla sera”.
Il signor Marito, simpatizzante del Governo in carica, prese a replicare.
“Non sono d’accordo. Io credo che…” il fumo gli arrivò al naso e sul “io credo che” il signor Marito inalò una boccata di sigaro toscano.
L’impatto fu micidiale.
“Io credo che il Presidente è …iale perché ruba i ..lli”.
“Ho saputo che hanno ..ato le tasse. E noi …iamo. In galera li …erei”.
“Le ripeto che è …iale perché ruba i polli”.
“Mi …usi, ma di che …lli parla?”
“…lli, i …lli!”
Ma poiché don Riparo non capiva cosa fossero i …lli il signor Marito prese i polli dalla credenza – ormai stavano lì da giorni – , e li mostrò a don Riparo.
“Li …ede?”
“Sì, li …edo!”
“Questi …illi sono del …dente. Li ruba al …polo. È o no …iale?”
“È …iale!”
“È …iale”.
“È …iale!”
“È …iale”.
“È …iale!”
“È …iale”.
Ad libitum sfumando
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