Dal diario di Don Ciccio il Rigattiere

Addì 10 agosto

Care diarie,
comme so’ felice oggi, che non ho idea. Stavo cercando da tantu tiempo nu cavo de fierro po scolo da benzina pà vecchia bicicletta mia. E l’aggio… l’ho trovato! Mannaggia a me che angora doppo 15 anni di scuole elementari nun saccio… saputo… sapiette ahè! comme si scrive sta parola, vabbe’ nun fa niente care diarie.
Comunque care diarie comme so’ cuntente che l’ho trovato, che nun me saccio esprimere. A bastarda da signora Pallona vuleva i danari, ma figuriamoci se IO ce li davo. Io so’ più furbo dei furbi. Ho pensato a nu piano gruosso pe me piglià lu cavo che me serve assaje. U marito se ne era scappato cu la figlia do’ macellaio dopo pochi anni e matrimonio, e a Pallona c’ha lasciato solo le mutande. Io ce le aggie, ahè…l’ ho rubate. Che risate! Pallona s’è girata tutta la casa co’ sto culo da fuori. Chiamava le mutande. Caro diarie quella c’ha messo i nomi alle mutande sue: Peppino! Gennaro! Ma ché, caro diarie, le mutande c’hanno un nome?
Pe me piglià sto fierro c’ho messo na bella lettera da minatore sotto la porta e so scappato. Ci ho scritto: se nun me fai avere lu cavo per la benzina mi mangio e mutande tue. Ti aspetto in piazza e fai presto, culona.
Caro diarie m’ero scurdato che o paese tiene dieci chiazze. Nun te dico che fatica. E mo’ sta sfaccimme e Pallona in che chiazza è andata? Pe fortuna doppo pochi minuti ma trovo vicino a caserma. Caro diarie, quella ha messo lu pacco ncoppa a na panchina, s’è pigliate le mutande e se n’è iuta dritta in caserma con Peppino e Gennaro, che ce tuccavano le coscie. Caro diarie ho capite chi so i nomi de mutande.
Io, furbo, non mi so fatto vedè, c’ho messo le mutande là e mi so pigliato il cavo. Quella s’è messa a piangere perché per sbaglio aggiu appoggiato ste caspite de mutande ‘ncoppa a na merda de vacca. Caro diarie era freska! Che schifo.
Mo me ne vado nu poco, caro diarie, torno subito. Voglio pruvà lu cavo. Sai che bellezza!

Ps: so tornato, caro diarie, lu cavo l’ho montato storto, e s’è aperta tutta a bicicletta. Meno male che ne tengo na decina. Poi dicono che a capa mia è morta quando so nato. Gente invidiosa!!!

Traduzione
Oggi, 10 agosto

Caro diario,
sono talmente felice oggi, che faccio fatica a descrivere questo mio stato d’animo. Era da molto tempo che erravo alla ricerca di un cavo in ferro da adattare come scolatoio della benzina per la mia vecchia bicicletta. Finalmente, sono riuscito a trovarlo! Purtroppo nonostante i miei 15 anni di scuola elementare ancora ho difficoltà a coniugare il verbo sapere, spero non sia un problema caro diario.
Tralasciando questo episodio, caro diario, oggi ti scrivo per dirti che sono veramente felice. La mia felicità è così grande che non trovo le parole per descrivere il mio stato d’animo. L’infingarda signora Pallona, proprietaria del cavo, voleva essere pagata, ma la cosa non era affatto plausibile. Essendo io una persona scaltra ho messo a punto un piano astuto per agguantare il cavo dei miei desideri. Sapevo che il marito l’aveva lasciata, dopo pochi anni di matrimonio, fuggendo con la figlia del macellaio; e che come ringraziamento le aveva lasciato solamente gli slip. Io glieli ho, scusa se ancora non riesco ad esprimermi bene, glieli ho rubati. Che risate! La signora Pallona ha cercato le sue mutande per casa tutta nuda. Le chiamava per nome: Peppino! Gennaro! Ma caro diario, mi chiedo, è possibile che le mutande di Pallona abbiano un nome? Il piano per impadronirmi di questo ferro vecchio è consistito nello scrivere una lettera minatoria che poi ho fatto scivolare sotto la porta, stando attento a non farmi scoprire.
Nella lettera ho scritto: se non mi farai avere il cavo per la benzina utilizzerò gli slip come pietanza da pasto. Ti aspetto in piazza. Non tardare, donna boteriana.
In tutto questo piano, caro diario, avevo tralasciato di considerare il fatto che il paese conta ben dieci piazze. Non ti descrivo la fatica nel trovare la piazza giusta. Chissà dove era andataa a finire la signora Pallona? Fortunatamente dopo pochi minuti la intravedo nella piazza in prossimità della caserma. Caro diario, una volta adagiato il pacco contenete il cavo sulla panchina, lei si è presa i suoi slip e si è accompagnata con Peppino e Gennaro, che le sfioravano le gambe nude, dritti in caserma. Adesso, caro diario, comprendo a chi si rivolgeva quando chiamava quei nomi in casa.
Io, figuriamoci se mi facevo scoprire, avevo messo gli slip sulla panchina e ho preso il pacco contenente il cavo. La signora Pallona si è lamentata perché nella fretta ho appoggiato il pacco con i suoi slip su una defecazione, ancora fumante, di vacca. L’animale era passato un attimo prima. Una scena non certamente piacevole, caro diario.
Adesso mi allontano un attimino, caro diario, torno fra poco. Voglio provare il cavo. Sono molto emozionato.

Ps: eccomi di nuovo qui, caro diario. Il cavo è stato montato sulla bicicletta, ma purtroppo l’ho messo storto e ciò ha fatto aprire a corolla la stessa. Fortunatamente sono una persona previdente e ho da parte ben 10 biciclette, smentendo le dicerie di coloro che affermano che sono un po’ folle. La gente è invidiosa!