Oggi scriveremo di goduria della gola e del corpo. Credo che amore, eros e cibo siano un tutt’uno con l’universo. Le più belle scene d’amore nel cinema passano dal cibo (Io sono l’amore di Luca Guadagnino con Tilda Swinton, è un esempio; indimenticabile è la scena ne Il pranzo di Babette che risveglia ormoni e sensi di una piccola comunità dell’800 inglese. Poiché spesso ci precludiamo il cibo e in alcuni casi esageriamo nella quantità, il nostro esperimento di questa volta sarà di addentrarci fra i suoni, i frutti e sensi del cibo legandolo all’eros e all’amore. Se non possiamo mangiare tutto nessuno ci impedisce di scriverne.
Esperimento n. 01
Provate a descrivere quasi sotto forma di ricetta il vostro primo bacio o il vostro primo incontro d’amore. La prima palpitazione sentimentale. Metteteci dentro odori, spezie e aromi. Ciò che più risveglia il vostro ‘appetito’.
Esempio: il suo alito è aroma di miele ai chiodi di garofano, la sua bocca, deliziosa come un mango maturo. Baciare la sua pelle è assaggiare il loto, l’incavo del suo ombelico è un ricettacolo di spezie. Quali altri piaceri vi si adagino, lo sa la lingua, ma non può dirlo. (Srngarakarika, kumaradadatta, XII secolo d.C.)
Esperimento n. 02
Un cibo afrodisiaco per eccellenza che delizia palati e sensi è il cioccolato. Provate ad assaggiare qualche cioccolatino, magari quelli con dentro le spezie o altre creme. Fatelo ad occhi chiusi e scrivete che sensazioni vi ha suscitato. Che ricordi vi ha portato alla mente. Consiglio questa scena del film Chocolat.
Dal librodi Isabel Allende, Afrodita
Nel resto del mondo, la sessualità è indizio di buona salute, stimola la creatività ed è parte del percorso dell’anima; non viene associata a colpe o segreti, perché l’amore sacro e quello profano sgorgano dalla stessa sorgente e si presume che gli dei gioiscano del piacere umano. Sfortunatamente ci ho messo trent’ anni per scoprirlo. In sanscrito c’è una parola per definire il piacere del principio della creazione, che è simile al piacere sensuale. Nel Tibet, invece, la copula veniva praticata come esercizio spirituale e nel tantrismo è una forma di meditazione. L’uomo, seduto nella posizione del loto, riceve la donna accoccolata sulle sue gambe ed entrambi contano le loro respirazioni con la mente libera e avvicinano le loro anime al divino, mentre i corpi si congiungono tra loro con naturale eleganza. Piacevole meditare cosi.
Sesso ed appetito sono i grandi motori della storia, conservano e diffondono la specie, provocano guerre ed ispirano canzoni, informano le religioni, la legge, l’arte. L’intero creato è un processo ininterrotto di digestione e fertilità; tutti si riduce ad organismi che si divorano l’un l’altro, si riproducono, muoiono, fertilizzano la terra e rinascono trasformati. Sangue, seme, sudore, cenere, lacrime e l’incurabile immaginazione poetica dell’umanità alla ricerca di un senso
ACROSTICO
Un acrostico è un componimento poetico, in cui le lettere iniziali di ciascun verso formano un nome o una frase di senso compiuto, a loro volta denominati acronimo. Un esempio renderebbe il concetto più semplice, per cui ve ne scrivo uno diventato famoso nel Risorgimento per indicare il sogno patriottico di un’Italia libera e unita: “viva V.E.R.D.I.”, ossia: “VIVA V(ittorio) E(manuele) R(e) D(i) I(talia)”.
Esperimento n. 01
Provate a fare un acrostico col vostro nome. Utilizzate però parole legate al gusto, al tatto ai sapori. Come sempre vi suggerisco di leggere attentamente quello che avete scritto perché come abbiamo imparato la scrittura fa emergere aspetti di noi molto nascosti. Esempio, con il nome Eden:
Elisir,
Delicata
Essenza di
Nettare
Esperimento n. 02
Prendete l’acrostico che avete creato ed elaboratelo in prosa. Per 10 minuti consecutivi (ma potete scrivere anche per più tempo) spalmate quegli aggettivi, quei nomi o quei verbi che avete scelto per descrivervi su versi più lunghi. Introducete nel pezzo le parole dell’acrostico, e spiegate chi siete; utilizzate metafore, giocate con i colori e col cibo. Divertitevi a paragonarvi con pietanze prelibate. Esempio:
Sento ali sbattere dietro il vetro della mia finestra. È un angelo che mi chiede di uscire. Lo guardo. Lo seguo. Mi perdo nel tempo fra lo spazio. È lui a condurmi. Lo fa con passione mentre mi siedo all’altare dell’amore. Lo guardo. Lo fisso. Bevo il nettare dalla coppa che mia ha passato. Riccioli scuri, cadono come i fiori fuggiaschi di un platano leggendario. Bevo. Bevo. E so di cannella. Bevo nettare di essenza di me. Dice l’angelo dalle ali bianche: È un dono. L’elisir della vita. E bevo. Giù giù fino al profondo. Giù giù lungo la gola rosea del mio palato. Delicata scende l’essenza. Giù giù fra dolci e germogli di grano si cela l’amore. Bevi anche tu, chiedo all’angelo dalle ali bianche. Elisir d’amore tra me e il cielo.
Esperimento n. 03
Scrivete una scena in cui un personaggio è stato invitato ad un pranzo con altre persone. Qui tra gli invitati alla cena scorge una donna o un uomo che lo incuriosisce. I due si innamorano tra una portata ed un’altra. Descrivete gli sguardi. I profumi. Le portate e come eros e gusto si mescolano in un mix esplosivo. Divertitevi andate oltre le vostre costrizioni. Provate, nessuno vi giudica, se non noi stessi. E se non vogliamo leggere a nessuno quello che abbiamo scritto, non ha importanza. Ciò che conta è averlo fatto.
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