– Così dici che ogni stella brilla per un’unica anima e che veglierà su di lei per sempre, ma anche le stelle muoiono ad un certo punto, e allora, come la mettiamo? La regola del “finché morte non ci separi” cade, non possiamo farci nulla.
– La morte non esiste, mia cara. È un’illusione, come questa conversazione d’altronde, tu pensi di parlare con me, ma in realtà stai sognando. Il tuo corpo è lì sul letto che sonnecchia allegramente.
– A parte il fatto che non sonnecchio, che vuol dire che la morte non esiste!
– Semplice, non esiste e basta.
– Non capisco.
– La vedi quella rosa laggiù? Quella rosa non è l’unica rosa, fa parte di un roseto. Il suo destino è di crescere, aprirsi al sole quanto più può e cedere i suoi canditi petali. Non è morta, guardala bene, ci sono centinaia di altre rose accanto a lei, quando una cade l’altra si ridesta e mentre questa si apre c’è un’altra che sta sbocciando. È un cerchio infinito. Nessuna di loro pensa alla morte, perché sa che nascerà di nuovo e continuerà a splendere per sempre.
– Ma se tagliassi il roseto?
– Quel roseto troverà il modo di continuare a vivere. Il vento trasporta i semi, l’acqua dà nutrimento ad abbondanza e le stelle da quassù in cielo vegliano su loro.
– Vuoi dire che siamo come roseti?
– E che c’è di male ad essere una rosa?
– Nulla, non c’è di male nulla, eppure c’è qualcosa nel tuo discorso che non colgo appieno. Il senso della morte è paralizzante. Non c’è giorno che non pensi alla sua presenza. Non per me, mi preoccupo per le persone che amo, come se fosse la loro morte e non la mia la vera morte.
– Discorso contorto ma molto interessante, seguimi per un istante, se della tua morte non hai paura e non la temi perché mai dovresti temere la morte dell’altro? Nasciamo e moriamo tutti allo stesso modo. La morte è uguale per tutti. Ricordati di quel roseto, ricordatelo bene, ricorda di quel piccolo bocciolo che si sta sviluppando. Lo vedi com’è bello, intenso, vivo! Senti ancora la presenza della morte?
– No, è vita quella che vedo.
– Sì, è vita!
– A domani allora…
– A domani.
– Ci vediamo sempre qui?
– Ti aspetterò, come sempre, sulla Luna.
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