Si apprende tantissimo dalla lettura. Ognuno di noi ha una sua preferenza. C’è a chi piace il noir, a chi le storie sentimentali e a chi i gialli. Queste preferenze non sono casuali, nascono dal nostro io più profondo. Spesso ci fermiamo a rileggere dei passaggi piuttosto che altri, ma perché lo facciamo? Semplice, perché quei testi parlano di noi. Esprimono un aspetto di noi. Ed è bellissimo averlo scovato tra le pieghe di un libro o nei versi di una poesia.
La scrittura dell’anima nasce dalla voglia inconscia di conoscersi meglio e condividere tale conoscenza con gli altri. Difficilmente troveremo un amante lettore o aspirante scrittore che tiene tutto per se. Chiedetegli di leggere qualcosa, sarà felice di farlo.
Quando si scrive, e si legge, non facciamo altro che cercare noi stessi.
Ci piacciono le storie e i personaggi in cui immedesimarsi. Uomini e donne da impersonificare. Un po’ come fanno gli attori. E non potrebbe essere diversamente, fa parte della nostra natura. Cerchiamo i nostri simili e a loro ci avviciniamo.
Dacia Maraini, in Amata Scrittura , dice:
“Si scrive per capire meglio un’esperienza d’amore, di morte, di conoscenza? O si scrive per recuperare delle memorie, per andare indietro nel tempo, per rivisitare l’infanzia, l’amore paterno o materno?”.
Ogni giorno incontro persone che di continuo mi chiedono: perché scrivi? perché leggi tutte quelle poesie? Alla fine non so perché scrivo, so solo che se non scrivo divento triste.
E allora alla domanda: perché si scrive? La mia risposta è: per essere felici.
Quando riesco a dare parola alle mie emozioni, a ciò che vedo, a ciò che sento sono felice. E se posso esserlo perché rinunciare. Magari qualcuno dirà che sono un po’ folle, che ho la testa fra le nuvole e che dovrei pensare alle cose serie. Ma più serio e concreto di una poesia cosa c’è?
Esercizio di scrittura creativa
Prendete un libro a cui siete più affezionati e dove avete sottolineato una frase, un monologo o una descrizione. Se vi siete presi la briga di prendere una penna e annotare a margine quel pezzo di storia è perché in quelle parole c’è qualcosa che ricorda voi stessi. Di cosa si tratta? Un sentimento, un’emozione o la storia in se?
Scrivete i motivi che vi hanno spinti a evidenziare il passo di un libro. Ad apprezzare un personaggio e odiarne un altro. Leggete sempre ciò che avete scritto, fatelo ad alta voce, condividete con un amico, magari anche lui ha letto lo stesso libro, e la pensa diversamente. Lo scopo è apprendere dalle differenze e conoscersi meglio.
Buona scrittura a tutti!
I miei libri sono pieni di sottolineature e poesie. Così quando li presto spero sempre di non aver scritto qualcosa di scabroso o troppo personale a margine. Poi dopo un po’ nemmeno ci penso e mi trovo già a sottolineare qualche altra cosa. Ovvio, lo faccio solo coi miei libri…
Ps: complimenti per il tuo blog (pennablu), ti seguo spesso, anche su twitter.
Condivido 🙂
Non amo sottolineare i libri o scrivere a margine (come amava fare invece Poe), ma ho un file in cui mi segno le frasi o i periodi che più mi attirano.
Sul perché si scrive sarebbe da scrivere parecchio 🙂