Eccomi ritornata dopo un po’ di assenza.
In questa pausa, diciamo di riflessione, ho pensato di postare un esercizio di “scomposizione poetica”. Nulla di che preoccuparsi. È un esercizio semplice e carino che ancora una volta favorirà la nostra conoscenza interiore.
Molti di voi si saranno accorti che ci sono alcune poesie, ed alcuni poeti, con uno stile ‘scomponibile’. Le loro poesie possono essere rimodellate a piacere e sfociare in un componimento derivato dal precedente, ma totalmente nuovo: una poesia che vive di vita propria, indipendente e autonoma.
Un poeta, anzi una poetessa con queste caratteristiche è, secondo me, Emily Dickinson. Prendiamo ad esempio questa sua poesia dedicata agli angeli:
Angeli
Non posso essere sola,
mi viene a visitare
una schiera di ospiti,
non sono registrati,
non usano la chiave,
non han né vesti, né nomi,
né climi, né almanacchi,
ma dimore comuni,
proprio come gli gnomi,
messaggeri interiori
ne annunciano l’arrivo,
invece la partenza
non è annunciata, infatti
non sono mai partiti.
Se estrapolo tutte le parole di ogni verso e le mescolo, come i numeri del lotto, potrebbe uscire benissimo una nuova poesia. Figlia della precedente sì, ma diversa perché inconsciamente abbiamo rimodellato il contenuto a ‘nostra immagine e somiglianza’ direbbe Dio.
E a completare il tutto ci penserà il nuovo titolo.
Se avete voglia di condividere con me le vostre esperienze, postate i vostri commenti.
Ps: ecco la mia scomposizione poetica
Visitatori
Di vestiti di more
non posso proprio essere annunciata.
Gli gnomi, invece, sono partiti.
Non sono la chiave, infatti.
Come ospiti non registrati
non usano mai
né nomi, né hanno una sola schiera.
Ma messaggeri non comuni
annunciano almanacchi:
“La partenza non è l’arrivo.
Viene a visitare climi interiori”.
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