È trascorsa poco meno di una settimana da quando, al corso Noi scriviamo, abbiamo affrontato il tema del reportage. In quell’occasione ho invitato tutti a leggere i bellissimi racconti di viaggio di Tiziano Terzani. Come esperimento di scrittura creativa abbiamo cercato di raccontare dei luoghi che ci hanno particolarmente colpito. E di portare alla luce la parte inedita di un posto. Questo l’ho appreso dalle letture di Terzani. Difficilmente si limitava a descrivere una città o un paese in maniera oggettiva. Andava oltre. Oltre i suoi stessi sentimenti. Immergendosi in quel luogo; facendo amicizia e assaporando racconti esotici. La sua vita di inviato di guerra, ma anche di cercatore dello spirito, non era certo statica ed immobile; seduto ad una scrivania ad aspettare l’ispirazione. Anzi, era tutta un movimento. In pieno dinamismo. E queste onde di energia le trasportava nei suoi scritti.
Ebbene, ieri è stata inaugurata la mostra su Tiziano Terzani, voluta dal figlio Folco. Si tiene a Roma a Palazzo Incontro fino al 29 maggio. Sono istantanee scattate durante i suoi servizi: Vietnam, India, Asia. La sua vita è stata un viaggio. Un bel viaggio su una giostra, fino a quando non gli hanno chiesto di pagare il biglietto. Così almeno scrive nel suo libro più famoso.
“Ai giovani che mi chiedono ‘Ma io che faccio?’ rispondo: ‘Guarda! Il mondo è pieno di cose da esplorare’. Il mondo che mi sono trovato davanti io in Vietnam, in Cambogia, in Cina, non c’è più. Ma c’è un altro mondo lì aperto per chi vuole scoprire (…). Io questa vita me la sono inventata e mica cent’anni fa, ieri l’altro. Ci vuole solo coraggio, determinazione e un senso di sé che non sia quello piccino della carriera e dei soldi”.
Buona mostra a tutti.
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