Ho paura. Sono terrorizzata dalle bombe che cadono su questa città invasa dall’odore di latrina e senza anima viva. Sono arrivata col sole a picco sulla testa. Pensavo di fermarmi da qualche parte ma qui non c’è un albergo né una casa pronta ad accogliermi. Per loro sono una straniera e hanno paura di me quanto io di loro. È incredibile ciò che i miei occhi hanno visto. Corpi massacrati e abbandonati agli angoli delle strade. Porte chiuse. Occhi che mi spiano da dietro le finestre. Non c’è un dottore!

Adesso vi racconto tutto. Parto col dirvi che c’è soltanto una piazza ad Orro. Si trova proprio al centro di questo piccolo agglomerato di casette bianche. Non c’è acqua. L’ho cercata dappertutto. Niente di niente. Ho chiesto ad un anziano signore. Ero disposta a pagarlo. Mi ha chiuso la porta in faccia. Sono stramazzata al suolo e dopo non so quanto tempo mi sono risvegliata in una stanza piena di cuscini colorati. Mi ha salvato una bambina, si chiama Rasheeda.

Da quello che ho capito sono stata febbricitante per diversi giorni. Cosa ricordo? Nulla in particolare. Solo un caldo massacrante e una bocca asciutta; così secca che ho temuto seriamente che la lingua si attaccasse al palato. Ho chiesto subito dove fosse il mio Pc e il cellulare. Ho tirato un sospiro di sollievo quando Rasheeda me li ha indicati sul tavolino. Deve essersi tranquillizzata anche lei perché mi ha visto sorridere, e ha riso a sua volta. Ho chiesto se conoscesse un contadino di nome khader.

“khader, khader” ripeteva. Dopo un po’ è venuta con suo padre. Lui era khader! Sono stata fortunata perché parlava inglese. Mi ha raccontato che sono secoli che la sua famiglia è incaricata di timbrare pass per Thoth. Solo che quest’anno c’è stata un’insurrezione ad Orro dove sono morte decine di persone, perciò pensava che nessuno sarebbe venuto. Non hanno l’elettricità. Né possono comunicare con l’esterno. Chi sta al Governo vuole punirli perché hanno manifestato contro. khader mi ha raccontato che i più giovani sono scappati a causa della dittatura, e che sono rimasti solo donne, vecchi e bambini. Mi chiedo se fra la gente che ho incontrato sulla nave, in Sicilia, ci fosse anche qualcuno di Orro. Non credo che la faccenda lo interessasse più di tanto, perché subito ha cambiato argomento. La sua più grande paura era che il raccolto andasse male. Mi ha indicato un lembo di terra. Le rocce erano così grandi che ho stentato a credere che potesse essere fertile. Eppure da quanto il vecchio raccontava, un tempo Orro doveva essere stata una florida oasi. Mi ha chiesto come mai volessi andare a Thoth e se fossi stata informata di tutti i pericoli.

Ora come ora me lo chiedo anch’io. Volevo scappare da un paese ingrato, ma adesso che ho visto tutti questi morti non mi sento più certa di quello che ho fatto. Khader mi ha messo la U rovesciata sulla carta di imbarco e mi ha detto di proseguire per Polti. Polti si trova al di là di una catena di monti. Li chiamano i monti della Misericordia perché per riuscire a superarli occorre una forza sovrumana. Non ci credo, ma ammetto che solo a guardarli da qui (mi trovo sotto le pendici) sembrano imperiosi blocchi di marmo.

Non posso dirvi chi devo cercare a Polti perché uno stupido che si fa chiamare Pirata Cialtrone, o giù di lì, mi ha rubato l’IP. E mi manda anatemi vari. Appena ho tempo e forza ti faccio vedere io. Ritornando a quello che mi è capitato, dicevo… ah sì, khader mi ha messo il timbro e mi ha augurato un buon viaggio. Non mi sono trattenuta molto in quella casa perché avevo paura che mi stessero cercando. Sono sicura di aver visto quei due balordi della nave fra quelle viuzze. Quando me ne sono andata ho notato fumo che usciva da Orro. Sarà stata di nuovo bombardata. Prego che non sia successo nulla a khader e a sua figlia Rasheeda. Mi hanno offerto aiuto, soccorso. È grazie a loro se sono riuscita a farcela. Grazie di cuore.